Cari Librincantevoli,
con timore reverenziale e profonda emozione vi introduco l’ospite del nuovo appuntamento della rubrica ‘Tra pergamene e ‘filigrane’: una big big star, un’icona assoluta nel panorama dei manoscritti stupefacenti sia per valore, foggia e materiali.
Sto parlando di lui, il Manoscritto 1102 – nome in codice MS 1102 – uno dei più antichi esemplari al mondo della Divina Commedia, il Dante dell’Angelica, acquistato nel 1762 insieme a tutto il fondo librario del defunto cardinale Domenico Passionei (1682-1761).
Datato tra 1325 e 1340 stando agli studi più recenti, quindi pochissimi anni dopo la dipartita del Sommo, pensate un po’ che diffusione e successo del poema, è stato scritto da un copista anonimo dello scriptorium di Bologna o comunque di area emiliana in quanto la scrittura utilizzata è una littera Bononiensis, figlia della textualis rotunda, la gotica di area italiana volgarmente detta.
Accompagnato dai commenti di Jacopo Alighieri, intuite bene chi sia il padre, e di Bosone da Gubbio, poeta e cultore di Dante, contengono in fine alcuni versi dell’Alexandreis, poema su Alessandro Magno di Gautier de Chatillon, aggiunta però di mano quattrocentesca.
Confezionato per una committenza d’élite cittadina, il codice in pergamena presenta un’iconografia davvero affascinante ancora oggi oggetto di discussione e ricerca.
Ben 34 miniature bordate di rosso o blu ricorrono in apertura dei canti dell’Inferno, mentre di quelle del Purgatorio e del Paradiso rimangono solo gli spazi bianchi destinati a ospitarle – forse a causa di una penuria di fondi, chissà.
Le vignette, veri e propri quadri che rappresentano uno o più episodi del relativo canto, sono caratterizzate dalla foglia d’oro che determina il fondo dorato e per lo più evocano paesaggi scarni e montuosi.
Bellissime iniziali filigranate, come quella della foto, marcano l’incipit dei canti oltre a segni di paragrafo in rosso e blu – le c maiuscole stilizzate– che precedono le iniziali semplici in giallo.
Una stupefacente tavolozza di colori non trovate?
Tavolozza, peraltro, a tratti controversa perché compaiono diverse abrasioni e censure sulle miniature che ritraggono diavoli tutti ignudi, forse troppo scandalose agli occhi di un committente preso da fervente zelo religioso…
Pazienza…
C’è stato di peggio in fatto di destino funesto dei manoscritti, come abbiamo visto in alcuni degli episodi antecedenti.
Saluto il mio spettacolare ospite e ci vediamo su questi schermi as soon as possible.