Quei posti che non prevedi di visitare, ma in cui non puoi fare a meno di entrare, perché profumano di casa, sanno immancabilmente e irrimediabilmente di te, rivelano chi sei…
Quei posti che ti restano più nel cuore…
Quei posti apparentemente silenziosi e appartati, ma che nel silenzio producono un rumore ammaliante, una melodia che t’irretisce avvolgendoti in ogni sfumatura di Arte, Storia, Bellezza.
Lei, la Biblioteca delle Oblate di Firenze.
A due passi dal duomo, aperta nel 2007 come biblioteca di pubblica lettura presso la splendida cornice dell’antico convento trecentesco delle Oblate da cui prende il nome, voluto da Folco Portinai, il papà della Beatrice dantesca.
Non una semplice biblioteca, ma un unicum, o meglio quello che una biblioteca di pubblica lettura dovrebbe essere: un luogo dell’anima, teatro di studio, lettura, scambio, condivisione, circolo ricreativo, conoscitivo e polo culturale di aggregazione sociale.
Dislocata su tre piani, oltre alle meravigliose sale adulti che mi hanno vagamente ricordato la biblioteca in cui ho prestato servizio per più di dodici anni, e alla fantasmagorica sala ragazzi, la biblioteca vanta la Sala Storica Dino Campana in cui è ospitata la Sezione locale, la Saletta Incontri Joyce Lussu, la Sala dell’Affresco Dario Capolicchio e la Sala delle Capriate Giovanna Maggiani Chelli, al secondo piano dedicate alla lettura.
Fiore all’occhiello delle Oblate la grande terrazza coperta con caffetteria in cui fermarsi a leggere, lavorare, chiacchierare o semplicemente sorseggiare caffè o qualsivoglia bevanda circondati dall’abbraccio del duomo, i campanili, i chiostri e il giardino quattrocentesco.
Perché è qui che la lettura incontra la città, l’Italia e il mondo.
Sentirsi a casa a 280 km da casa!
