Un’Icona della storia della miniatura: il Codex Rotundus

Buonasera Librincantevoli, pensavate che fossimo sparite dalla circolazione?

Niente affatto! Ci siamo prese un po’ di tempo per decidere a quale manoscritto stupefacente assegnare l’Oscar o la palma d’oro, che dir sì voglia, per la nostra Kermesse ‘Tra pergamene e filigrane’.

Ebbene la giuria ha deliberato: today the winner is il Codex Rotundus!

Chi?!?

Sì proprio lui, un altro dei meravigliosi Libri d’ore, così chiamato per l’eccezionalità della forma: un cerchio dalle dimensioni singolari, più uniche che rare.

Pensate un po’ a quanta fatica e che lavoro certosino abbia compiuto il povero rilegatore nell’assemblare le 266 carte di pergamena circolare che lo compongono: collegate da un blocco largo appena 3 cm per un diametro di 9!

Una sorta di scatola chiusa con tre fermagli fissati da altrettante cerniere metalliche recanti le iniziali del possessore: Adolf von Kleve, nipote di Filippo III di Borgogna, detto il Buono.

Il codex, infatti, di cui non conosciamo l’autore, fu confezionato a Bruges nel 1480 con testo in francese e latino recante illustrazioni da urlo!

Tre miniature a piena pagina e ben trenta iniziali istoriate raffiguranti scene dell’Antico Testamento, di Gesù e della vita dei santi, terribilmente impattanti abbracciate da una coperta – così si chiama in gergo tecnico l’involucro esterno che protegge le pagine – rigida in pelle rossa con intarsi dorati.

Primo esemplare di libro tascabile moderno per la sua “peculiarità”, una vera e propria Icona della storia dell’arte universale, conservato nella Biblioteca della Cattedrale di Hildesheim in Germania.

Chi verrebbe con noi ad ammirarlo?

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