ODIO E AMO: IL ROMANZO DI CATULLO/ DANIELE COLUZZI (Rizzoli, 2023)

Odio e amo. Forse chiederai come sia possibile. Non lo so, ma è proprio così, e mi tormento

Mio caro Catullo,

mi piace definirti così perché è come se fossi un po’ parte di me.

 Da ragazzina ho tappezzato diari e muri dei tuoi versi, Odi et amo in primis, e, spinta quasi da una forza superiore, ti ho ritrovato nuovamente nelle pagine di Daniele, la cui penna tersa, profonda, sferzante e oserei dire eidetica al tempo stesso, ormai è una garanzia in grado di far risorgere dagli oceani del tempo un passato che per molti aspetti è sempre più presente attraverso descrizioni dettagliate di ambienti che, come già in Persefone, riflettono il pathos degli attori della scena.

Più che ritrovato, in realtà, ho scoperto dei lati di te che neppure da studente, ai tempi dell’università, ho mai colto.

Il tuo daimon poetico indiscusso è il trait d’union della tua vicenda umana che in un sapientissimo crogiolo di verità e finzione mi ha ammaliato e talmente sbalordito in tutta la sua potente veemenza che ho impiegato un bel po’ a scrivere queste mie impressioni!

Mi sono trovata di fronte a un ragazzino, innamorato sì della villa sul lago a Sirmione, culla di sogni ma nido un po’ troppo angusto per il proprio forte sentire!

Ed è in nome di questo spirto guerrier che ti sei ribellato alle imposizioni paterne e materne che ti volevano oratore e macchina per perpetrare la gens – due gran bei rompiscatole non c’è che dire, anche se ai tempi era normalissimo.

Tu, invece, aspiravi a diventare l’Alter Saffo, il Saffo latino e ne hai avuto ben donde consacrando la tua vita alla poesia, ai sublimi modelli greci ed elevando a vessillo della tua intera esistenza l’odi et amo.

Sì un Amore assoluto pregno anche di Odio: quello verso Roma, mosaico di civiltà e inciviltà, teatro di corruzione, intrighi, tumulto di anime alquanto disdicevoli, Cicerone – che non me ne volere ho sempre adorato – e Cesare in primis.

Ho rivalutato parzialmente la tua Lesbia, da sempre cordialmente antipatica, ma è Giovenzio la Persona con cui ho empatizzato maggiormente e a cui va tutta la mia ammirazione, figura che persino all’università non è stata mai approfondita più di tanto e di questo mi rammarico, ma sto già correndo ai ripari.

Perché in fondo leggendoti, è questo che mi hai insegnato e ricordato: la Bellezza ama la Verità, che spesso è scomoda perché si regge su contrasti, ma se si ha il coraggio di abbracciarla s’inizia a vivere di una vita veramente autentica e libera da qualsiasi pregiudizio.

Grazie coraggiosissimo Catullo, mai miser ai miei occhi. Grazie Daniele, superbo pittore di Anime, aspetto il quarto romanzo.

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