Porte per l’altrove

Dopo riflessioni, ripensamenti e tentennamenti vari, vi presento la nuova rubrica di Librincanto su biblioteche e librerie antiquarie e indipendenti: due facce della stessa medaglia e parti integranti del mio mondo.

Un mondo spesso ritenuto a torto di nicchia, in realtà porte per l’Altrove e l’Altrui, in cui lo stupore è solo celato dietro una Bellezza ignota, consunta solo in apparenza, ma che trasuda da e nell’oggetto libro, manufatto parlato e parlante.

E di libri trabocca la protagonista di questa prima puntata: la Biblioteca Vallicelliana, tra le più antiche biblioteche di conservazione d’Italia.

A un tiro di schioppo da piazza Navona, a Santa Maria in Vallicella presso il secondo piano dell’Oratorio dei Filippini, opera di Borromini, risiede Lei, il cui nucleo più antico è rappresentato dal lascito testamentario del portoghese Achille Stazio a San Filippo Neri e all’omonima Congregazione nel 1581, particolarmente amanti della lettura tanto che secondo la loro Regola ogni pasto doveva essere accompagnato da un testo diverso.

Che meraviglia!

 L’attuale patrimonio librario consta di ben 130.000 volumi: manoscritti dal valore inestimabile cui appartengono libri d’ore, incunaboli, testi di storia ecclesiastica, erudita, patristica, diritto, botanica, astronomia, incisioni, fotografie e un fondo musicale custodito nel Salone Borromini.

Sancta Sanctorum della Biblioteca, ospita la Libraria, dove riposano i libri di San Filippo Neri, due globi, celeste e terrestre del XVI secolo, e l’Orecchio Borromini, una sorta di canna acustica che irradiava la musica dalla sala fino al pian terreno che cullava le letture dei padri oratoriani.

Con il petto gonfio di orgoglio, segnalo che il primo Bibliotecario della Vallicelliana è stato il sorano Cesare Baronio, eletto nel 1596  cardinale e bibliotecario di Santa Romana Chiesa.

Vi segnalo una chicca del posseduto della Vallicelliana, ossia il rotolo magico in lingua ge’ez, ossia l’antico etiope, contenente formule, immagini e invocazioni a protezione del portatore.

Avrei fatto volentieri parte dei Filippini sapete?

Ma d’altronte domenica scorsa in occasione della domenica di carta promossa come ogni anno dal Mic, la visita alla Vallicelliana ha segnato un ritorno alle origini, ricordandomi da dove provengo davvero e che appartengo tutta nonostante tutto alle biblioteche storiche!

Se vorrete con l’ausilio della mia preziosissima amica ancor prima che collega Sara, vi accompagneremo in questo nuovo viaggio che speriamo possa ammaliarvi come tra pergamene e filigrane.

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