C’è un giorno dell’anno in cui lievi e leggeri, nell’aria volteggiano i desideri.
Chissà se uno di loro ti sceglierà?
E’ quanto accade al piccolo coniglio, protagonista di questo albo dalle sognanti tinte pastello impattanti quanto i quadri di Monsieur Monet.
In un lirismo davvero incredibile di tavole e versi, tre desideri planano leggeri e dirompenti su di lui per saggiarne il carattere e quello di tutti noi lettori.
Che cosa sceglierà?
Che cosa farei io?
Spiazzata, annichilita, commossa, avvinta a doppio filo dalle decisioni del mio nuovo amico Coniglietto…
Del resto il senso di unione e di fratellanza che implode su ogni pagina è evocato dal tenero fluttuare del chilometrico foulard che indossa Coniglietto, perché in fondo siamo tutti preda di desideri da sempre.
Ma che cosa vuol dire questa parola?
De- sidera ‘mancanza di stelle’… Poetica etimologia, richiamata, non so se di proposito, dal volo in cielo di quelli di questa storia.
Fin dagli albori della civiltà, infatti, noi uomini abbiamo scrutato il cielo per orientarci grazie alle stelle, ma quando non sono visibili ci aggrappiamo a speranze e attese.
La mancanza di stelle, a mio avviso, è una metafora esistenziale che rimanda ad un’oscurità legata all’assenza di valori e riferimenti inviolabili, splendenti come gli astri e che obbliga ogni essere vivente a spostare continuamente l’attenzione dal fuori di sé al dentro di sé per discernere la direzione delle proprie scelte, da quelle effimere a quelle essenziali.
Superando il me in favore del Noi.
Il desidus, quindi, è il nostro banco di prova e non è escluso che proponga questa lettura corredata di attività durante le visite guidate in biblioteca.
E voi come vi comportereste se aveste la possibilità di scegliere tre desideri?
Vi lascio questa riflessione…
A presto…
