VINCENT VAN LOVE/ERNESTO ANDERLE (BeccoGiallo, 2019)

Voglio fare dei disegni che vadano al cuore della gente.

Voglio che la gente dica delle mie opere:”Sente profondamente, sente con tenerezza”.

Vorrei fare un’Arte che porti consolazione agli Uomini…

Di quei libri che trasudano Anima in ogni singola pagina. Un’Anima abbagliante, ingiustamente mistificata dai contemporanei.

Un’Anima in affanno, che a tratti ho sentito così affine alla mia, ed esclusa che invece anelava alla Vita nel senso più alto del termine, all’Amore e alla solidarietà tra esseri umani.

Un’Anima Diversa in grado di percepire il Doppio e di leggere le infinite sfumature della Natura attraverso il linguaggio dell’Arte.

Vincent van Gogh, anzi van Love come lo ha rinominato con sottigliezza Ernesto  Anderle, l’autore/Illustratore del fumetto edito da Beccogiallo.

A metà strada tra romanzo epistolare e monologo interiore i frammenti di Vincent si stagliano prepotentemente nella mente grazie a estratti delle lettere al fratello Theo, citazioni e disegni che sembrano scaturire dalla sua stessa mano con leggera profondità.

Ogni parola è centellinata alla perfezione, come del resto i colori, le tipologie e le tecniche di esecuzione dei disegni.

Gli schizzi in bianco e nero e le vignette viola traboccanti di tensione e dolore, quelle rosse, invece, di felicità e le meravigliose tavole a piena pagina evocanti tele dalle magnetiche tinte pastello.

Il tutto combaciante come in un gioco a incastri, in cui frasi e immagini sono imprescindibili le une dalle altre.

Ut pictura poesis, come avrebbe scritto Orazio: sì perché questo fumetto è una composizione poetica identificabile con un quadro e viceversa.

Arte pura che celebra l’Uomo, non il pittore, solo Vincent…

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