Leggere abbatte qualsiasi pregiudizio!

Chi lo avrebbe mai detto che sarei rimasta folgorata da una saga Urban fantasy, con elementi romance e spicy, lontanissimi dalla mia Confort zone?

Ma la Daimon Series e, in particolare, l’ultimo capitolo, Il mio riscatto,  travalica tutto ciò.

In un crescendo stilistico, perché la penna di Monica ha subito un’indiscussa evoluzione dal primo all’ultimo libro, con un linguaggio mimetico dello status dei personaggi e attraverso una musicale combinazione di disparati registri, il romanzo porta alla risoluzione finale non solo del casus belli, il ritrovamento del famigerato Lemegeton, ma delle esistenze di tutti i protagonisti, aggiungendo quel quid in più attraverso i personaggi chiave di Haures e Caliel.

La prima che mi ha incuriosito già nel capitollo iniziale non solo per il suo rimanere in fondo alla scena, ma per la straordinaria capacità di leggere dentro le anime e di empatizzare, pur essendo un demone con gli umani.

Certo perché in lei più di ogni altro essere convivono il buio e la luce, rumore e silenzi, il bene e il male. Angelo decaduto, demone dal grande temperamento e dalla personalità poliedrica ed esplosiva, che incute timore persino ai corrispettivi nerboruti maschili già solo per il particolare fascino che emana, incarna la lotta tra legge divina e quella naturale, tra ragione e volontà. Assurge con le sue scelte all’affermazione del Libero Arbitrio in nome del quale non rinuncia a sè stessa e soprattutto alla sua Anima pur essendo una creatura sovrannaturale.

Lei fa parte di quella schiera di eroine che io adoro perché dopo aver subito qualsiasi sorta di vessazione, si libra come una fenice per poi rinascere e affermare definitvamente la sua essenza.

Caliel, invece, è il suo esatto opposto: angelo appartenente alle gerachie più elevate, un Trono, freddo, distaccato, imperturbabile, super partes o così almeno si illude di essere. La sua corazza protettiva viene scalfita da eventi che hanno la portata di un tornado per cui rivela anch’egli tutta la sua complessità interiore.

E’ proprio questo che ho amato del mio riscatto: la capacità di smuovermi attraverso anime – sì passatemi il tempo- multiformi, dinamiche per un finale sconvolgente, che mi ha fatto letteralmente balzare dal letto e piangere perché giunto inaspettato.

Spero che Monica ci regali uno spin off.

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