Viaggio nella storia. Dal rotolo al codice: la prima grande rivoluzione libraria

Ricordate quando avete studiato la scoperta dell’America, cari Librincantevoli?

Bè l’argomento di cui vi parliamo oggi, il passaggio dal rotolo al codice, ha la stessa portata rivoluzionaria perché è il fenomeno più importante nella storia del libro, antico e moderno, in quanto comportò implicazioni di ordine fisiologico, tecnico-materiale, socioculturale e ideologico, con un processo che affonda le radici nel I sec. d. C. per concludersi nel IV.

L’origine del codice è tutta romana, oh yes!

Presso i Latini, il vocabolo caudex indica, infatti, un insieme di tavolette legate tra loro da una cordicella passante per un foro, nel numero di due o tre così da formare un dittico o un trittico. Le tavolette di cera o di legno avevano una provenienza orientale, utilizzate in Grecia e a Roma per i conti, testamenti, la registrazione di nascite o gli esercizi di scuola, mentre le opere letterarie erano tramandate sul rotolo di papiro, il volumen.

Dalle tavolette si passa poi al libretto di pergamena, il precursore immediato del codice vero e proprio: probabilmente da Roma si diffuse rapidamente nel I sec. d. C. fino al Medio Oriente.

Gli epigrammi di Marziale, infatti, attestano chiaramente questo uso, vantandone la maggiore maneggevolezza e capienza rispetto al volumen.

Non solo, il codice presenta notevoli vantaggi: è più resistente, più economico- i volumina con il passare dei secoli diventano simbolo dell’élite senatoria – più facilmente trasportabile, i rotoli invece erano lunghi in media tra i sette e i dieci metri – consente una maggiore capacità di concetrazione per chi legge, usando una sola mano, collocato sugli scaffali delle biblioteche accanto agli altri e, quindi, estratto più facilmente.

Va da sé che l’archetipo dell’odierno libro implica un maggiore rendimento anche nell’uso scolastico e nella diffusione della cultura, non più appannaggio solo dei ceti abbienti.

Ed è per tutti questi motivi che portabandieri della nuova tipologia libraria furono i cristiani.

La Bibbia, infatti, si è diffusa esclusivamente grazie a questo mezzo già a partire dal I d.C., sia perché con esso era più semplice per i ministri del culto la consultazione del testo sacro anche nella liturgia sia perché i primi appunti dei Vangeli furono scritti su taccuini di pergamena, che quindi fornirono un venerabile modello ai testi cristiani.

Diffusione del cristinesimo e diffusione del codice quindi procedono di pari passo, mentre

negli ambienti pagani, più conservatori, l’uso del rotolo ha significato una precisa volontà di opporsi culturalmente.

Con il trionfo del cristianesimo, assurto alla fine del IV d. C. a religione ufficiale dell’impero, il codice soppianta il volumen , aprendo la strada a quello che sarebbe diventato il nostro modello privilegiato di sapere: il libro.

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