Ci sono quei giorni in cui la Vale chiede incessantemente Bellezza per poi trovarla in luoghi, ahinoi, non accessibili a tutti.
Per fortuna ci pensa Il Fai con le sue giornate a spalancarne le porte non solo per chi è specializzato, ma per chi sa guardare e ha il coraggio di imparare con la curiosità e la meraviglia dei bambini!
Tappa del viaggio questa volta è stata la Biblioteca Lancisiana, così chiamata in onore del fondatore Giovanni Maria Lancisi nel 1711, archiatra dei papi Innocenzo XI (1676-1689) e Clemente XI (1700-1721), e inaugurata nel 1714 presso la loggia superiore del Palazzo del Commendatore, ospitato nel Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia, ospedale nei pressi di San Pietro a Rometta mia.
Con lo sguardo sempre in su, 19000 volumi, tra cui incunaboli, 1600 cinquecentine, testi del Seicento, Settecento e Ottocento, nonché manoscritti dal XIII al XIX secolo, mi hanno chiamato, non sapevo a chi dare i resti, dai poderosi e monumentali armaria lignei finché la mia attenzione è stata catturata dalla menzione del ‘‘Liber Fraternitatis Sancti Spiritus in Saxia de Urbe’’, codice miniato contenente la raccolta di firme autografe di papi, sovrani, nobili e popolani benefattori dell’Ospedale, e da una delle più antiche edizioni manoscritte, risalenti appunto al XIII secolo, del Canone di Avicenna, trattato di medicina, appartenente a Lancisi, la cui collezione personale rappresenta il nucleo più antico della biblioteca.
Di chiara matrice scientifica, luogo di riferimento per chi studia medicina, la biblioteca è ricca anche di testi classici tra cui i Moralia di Plutarco che ho scovato sbirciando tra le grate di un armarium.
A corredo della sala principale due magnifici e giganteschi globi, terrestre e celeste con didascalie persino in arabo, opera del geografo Vincenzo Coronelli nel XVII secolo.
A toccare con un dito questo cielo che spalanca l’infinito, come canterebbe Francesco Renga…
Sì semplicemente il Paradiso!
