ELEONAR OLIPHANT STA BENISSIMO / GAIL HONEYMAN (Garzanti, 2018)

Sul mio cuore ci sono cicatrici altrettanto spesse e deturpanti di quelle che ho in viso. So che ci sono. Spero che resti un po’ di tessuto integro, una chiazza attraverso la quale l’amore possa penetrare e defluire, lo spero

Mi chiamo Eleanor Oliphant, 30 anni, capelli lunghi e lisci castano chiaro, pelle chiara, naso piccolo, occhi grandi. Insomma una qualunque, a parte la cicatrice che ho sul volto. Lavoro come contabile, vivo da sola, non ho amici, coltivo la mia piantuccia di nome Polly, adoro i cruciverba e bere fiumi di vodka. Le mie giornate trascorrono così, sempre uguali, tranne il mercoledì quando mi chiama la mamma… Non la vedo da quando ho dieci anni…. Dopo ogni telefonata mi sento persa, rotta, spezzata, anzi completamente svuotata, ma non so perché… O meglio… Ho paura…Una grande paura… Sì la mamma mi ha sempre fatto tanta paura…

Ok, tra me ed Eleanor non è stato amore a prima vista…Sapete, mi è sembrata piuttosto una rompiscatole, con la sua mania del controllo, il suo bisogno di documentarsi su tutto prima di fare qualsiasi passo e il viziaccio di dire sempre quello che pensa senza mai contare fino a dieci… Una persona ‘scomoda’, in effetti, inserita in un racconto troppo lento e descrittivo… Mi è bastato però leggere la parola ‘affido’ per far scattare la scintilla e ricredermi. Ho iniziato a vedere Eleanor con occhi nuovi e a provare curiosità e tanta ma tanta tenerezza verso di lei. I suoi modi, goffi e allo stesso tempo invadenti, come il suo linguaggio forbito e demodé, rispecchiano la barriera che ha innalzato intorno a sé per proteggersi. Sì Eleanor è convinta di non aver bisogno di nessuno e di bastare a se stessa, perché è ‘’brutta e sbagliata’’, come la cicatrice sul suo volto, e soprattutto colpevole di essere ancora in vita, di respirare… Le attenzioni del tutto disinteressate del collega Raymond a poco a poco distruggono la sua corazza per condurla finalmente dal buio alla luce, dalla morte alla vita, dalla disperazione al riscatto.

Insomma alla fine Eleanor è diventata una delle mie eroine come Vittoria di ‘Ogni piccola cosa interrotta’.

Un’eroina insolita, certo, a tratti tragicomica, che mi ha tenuta sveglia la notte e col fiato sospeso pur di leggere e conoscere il segreto della sua vita, svelato solamente nelle battute finali insieme a un clamoroso colpo di scena su uno dei personaggi chiave della storia.

Una storia di abusi e rinascita, di depressione e riscatto.

Una storia rivolta a tutte quelle persone che si sentono sbagliate, ma che in realtà non lo sono affatto!

Un libro con una grande Anima che grida contro il mantra dell’omologazione, come principio per essere accettati, mentre la vera forza sta nel riconoscere, amare e affermare le proprie fragilità.

Le fragilità brillano e ci rendono unici e belli, ecco perché chi le colpisce vuole spegnerci, annientarci…

E’questo che Eleanor mi ha insegnato, ma, soprattutto, che ogni cicatrice, fisica o psicologica, è una storia e ad ogni modo e ad ogni costo una vittoria!

Grazie Eleanor, grazie Maria per avermi prestato questo libro!

Straconsigliato!!!

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