C’era in un angolo della piazza, sotto una cupola d’ippocastani una panchina appartata e seminascosta. E Marcovaldo l’aveva prescelta come sua

Qualche decennio più tardi, anch’io, come Marcovaldo, ho eletto luogo di sosta, di lettura, d’incontro e di ritrovo la panchina più appartata di una delle piazze del mio paesello. Lei che, avvolta dal perenne, silenzioso e profumoso abbraccio di un’imponente magnolia ha ascoltato risate e confidenze, portate via dal vento affinché ogni attimo e ogni […]

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