INFANZIA / TOVE DITLEVSEN (Fazi, 2022)

L’infanzia è lunga e stretta come una bara, e non si può uscirne da soli.

Quali sono gli odori e i suoni della vostra infanzia?

La mia, scolpita come una seconda pelle, sa di ciclamini e papaveri, di sugo di polpette fumanti, di crema al limone, di bignè e bombe appena sfornati, del canto del mare dentro a una conchiglia, di sabbia bagnata e di moleste risate per colpa della mia timidezza troppo rumorosa.

Quante volte mi sono sentita sola, esclusa, diversa e fuori posto, proprio come Tove, la bambina protagonista delle impressioni di cui vi parlo oggi.

Come me, indossa una maschera, quella della fessacchiotta tontolona per evitare confilitti; l’invisibilità, lo sguardo vacuo e la bocca socchiusa sono la sua corazza; si trincera dietro l’unica amicizia che ha, una ragazzina dall’infanzia roboante, forte e non silenziosa, furtiva e circospetta come la sua, fingendosi quella che non è, perché essere normale è una faticaccia!

A differenza di me che pativo ‘solo’ le angherie di alcuni bambini, lei teme che gli adulti possano carpire la melodia del suo cuore e le ghirlande della mente, orrore e raccapriccio!

Sì perché Tove, che ha un rapporto burrascoso con la propria madre, in realtà brucia d’intelligenza; si rifugia, neanche a dirlo, nei libri, il suo locus amoenus è la biblioteca pubblica, la scrittura e il quaderno di poesie, sorprendentemente intense per una bambina, la sua oasi di pace.

Potete immaginare quanto mi abbia attraversato questo libricino, che appartiene alla schiera di quelli che abbracciano il cuore; è proprio quello che avrei voluto fare io con Tove, incoraggiandola a coltivare la straordinaria sensibilità di cui è dotata e che le permette di osservare e riferire in questo romanzo autobiografico le beghe familiari, sociali e politiche del tempo.

E che stile: una poesia tradotta in una prosa solo apparentemente scarna, ma di un’eleganza quasi pari a quella della Lolita di Nabokov, perché ogni parola è cesellata con cura, sempre al posto giusto e ricercata con una musicalità disarmante.

Terminato in un giorno, mi sono sentita quasi orfana perché troppo breve, vorrei saperne di più.

Non vedo l’ora che esca il secondo capitolo di questa trilogia psicologica.

Standing ovation Tove!

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