OGNI PICCOLA COSA INTERROTTA / SILVIA CELANI (Garzanti, 2019)

Si è rotto perché non l’ho protetto nel modo giusto…

– Domani ti mostrerò come far rinascere il tuo bel carillon, però dovrai prima promettermi una cosa.

– Che cosa, papà?

-Che non nasconderai mai le tue ferite, piccola mia. Perché ogni ferita guarita, ogni cosa spezzata, interrotta e poi aggiustata è più preziosa dell’oro.

Ciao, io sono Vittoria e conduco una vita praticamente perfetta: vengo da una famiglia benestante, ho una grande casa, studio con profitto Chimica all’università e sono circondata da amici e corteggiatori. Ho perso mio padre poco più che bambina e da allora io e mia madre ci ignoriamo, ma va bene così. Detesto gli imprevisti e i cambiamenti, non riesco a dire di no a nessuno in qualsiasi ambito, perché io DEVO essere una brava figlia, una brava amica, una brava studentessa e non c’è niente e nessuno che possa scalfire questa realtà e il mio modo di essere. Niente e nessuno tranne quel senso di apnea che da un po’ di tempo subentra quando meno me lo aspetto. Un senso di apnea, di soffocamento e stordimento che, insieme al ritrovamento dei pezzi di un vecchio carillon di ceramica, mi sconvolgono mandandomi completamente in tilt e distruggendo la mia corazza fino a far riaffiorare i ricordi della Me bambina e di mio padre, ricordi che ho sepolto e nascosto nel mio cuore perché, come quel carillon, ero convinta che si fossero spezzati per sempre…

Avete presente il colpo di fulmine? Bè io sono stata letteralmente travolta da Vittoria e dai suoi turbamenti, ho combattuto con lei pagina dopo pagina fino a comprendere che Silvia Celani ha dato vita a un piccolo capolavoro, vigoroso, struggente ed intenso.

Ho trovato questo romanzo, il primo dell’autrice, quanto mai attualissimo perché si rivolge a tutti coloro che si sentono ‘difettosi, rotti, spezzati, macchiati‘, e che, soprattutto, hanno il terrore di mostrarsi come sono agli occhi degli altri, per paura di non essere accettati e ‘inclusi’ nel grande ‘cerchio della vita’, mentre è proprio dagli errori e dalle cicatrici che deve partire qualsiasi rinascita.

Vittoria, la mia Vittoria, pur nella sua grande fragilità, si rivela a poco a poco una guerriera, alter ego di chiunque creda che le imperfezioni rendano deboli, e riesce a vincere, a risorgere quando comprende che le ‘nostre piccole cose interrotte‘ non vanno nascoste, ma lasciate libere di fluire, di scorrere in noi e di essere vissute a pieno, perché solamente accettando noi stessi possiamo diventare più forti e farci amare dagli altri.

Questa è Vittoria, questa è la sua storia.

Vittoria sono io e, forse, c’è un frammento di lei in ciascuno di voi.

Assolutamente da leggere e rileggere.

Buone ‘cose interrotte’ a tutti…         

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