Lui è me più di me stessa. Di qualunque cosa siano fatte le nostre anime la sua e la mia sono le stesse.
Odio e amo. Forse chiederai come sia possibile.
Non so, ma è proprio così e mi tormento.
Questi celeberrimi versi di Catullo credo si adattino alla perfezione a Cime Tempestose, evergreen che ho letto per la quarta volta!
Un romanzo senza compromessi, o si ama o si odia.
Io faccio parte del team amore e ogni volta mi lascia una nuova sfumatura che non avevo colto prima.
Al di là delle tinte fosche, del mancato lieto fine, della vendetta e del male che dominano le pagine ha una caratterizzazione psicologica dei protagonisti senza uguali e penso che sia per questo che lo adoro!
Non riesco a provare nessun sentimento di simpatia o, peggio di pietà, per Catherine, neppure quando perde la vita.
Capricciosa, viziata, bisbetica, l’alter ego femminile di Heatcliffe, perché vive per intossicare la vita altrui e pretende, anzi esige che tutti rispettino la sua volontà.
Lei stessa del resto ammette che, nonostante tutto, Heatcliff è lei più di se stessa!
Heatcliff, almeno ai miei occhi, ha dalla sua di essere un trovatello, vessato dalla vita, bullizzato da chi l’ha accolto, trattato peggio di un animale tanto da suscitare in me la famosa sindrome da crocerossina.
Avrei voluto abbracciarlo più e più volte nel corso della lettura.
Incarna alla perfezione l’odi et amo Catulliano per poi lasciarsi vincere dal primo che diventa la sua corazza, la sua cifra.
Heatcliff ha la statura di alcuni personaggi euripidei come Medea, per cui le colpe dei padri ricadono anche sui figli.
Ecco questo assolutamente è imperdonabile.
Non c’è redenzione alcuna in lui – e neppure gli interessa – diventa strumento di perdizione e distruzione per se stesso e per tutti quelli che gli sono accanto o hanno la sfortuna di incontrarlo.
Più che un antieroe, una bomba umana, passatemi il termine.
E si sa il male, purtroppo, ha spesso una fascinazione inspiegabile.
E forse è proprio questo mix esplosivo che rende Cime immortale.
Imperdibile!
