LOLITA / VLADIMIR NABOKOV (Gruppo Editoriale L’Espresso – Divisione La Repubblica, 2002)

Cercava le parole. Gliele fornii mentalmente. ‘Lui mi ha spezzato il cuore, tu hai solo spezzato la mia vita’.

Vi è mai capitato di sentirvi letteralmente spiazzati dopo aver letto un libro dalla trama arcinota?

A me con Lolita, in wishlist dalla notte dei tempi! Lontano anni luce dalle mie aspettative, perché non c’è nulla di erotico o scandaloso.

L a storia si dipana con un’eleganza vagamente allusiva, ipnotica al punto da empatizzare con Humbert, il protagonista.

In bilico tra santi e falsi dei, sorretto da un’insensata voglia di equilibrio, per dirla con i Negramaro.

Il fluire dei suoi pensieri, intrisi di delirio, ironia e cultura, mi ha fatto dimenticare a tratti che nella sostanza è un adulto invaghito di una ninfetta. Orrore e raccapriccio!

E Lolita?

Bè lei mi è stata antipatica per buona parte del romanzo.

Lolita, meravigliosa, stramaliziosa, donna vedrai bambina se lo sai, alla Stadio maniera per intenderci.

Solo nelle battute finali ho provato, con tanto di senso di colpa, quella tenerezza che meriterebbe!

Sono sbagliata io? Perché questo stordimento?

La genialità dell’autore è tutta qui: stravolgere ciò che è ingiusto, rendendo ‘normale’ ciò che non lo è, fino a simpatizzare con chi andrebbe messo al cappio!

E per questo motivo ogni parola è cesellata con cura, accompagnata da una ricerca maniacale della musicalità, del termine giusto al posto giusto.

Lolita è un gigantesco ossimoro, ma di capolavoro trattasi!

Da leggere a piccole dosi – è stato, infatti, la mia tela di Penelope, forse ridondante in alcune descrizioni – senza pregiudizi.

Accoglietelo a mente aperta, a braccia spalancate.

Buona lettura a tutti!

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