LA DIVINA COMMEDIA RIVEDUTA E SCORRETTA / SE I SOCIAL NETWORK FOSSERO SEMPRE ESISTITI (Longanesi, 2020)

Incontro con Minosse allo sportello infernale che assegna i ‘cerchi popolari’ai dannati.  Segue la storia di Paolo e Francesca tra i lussuriosi. Dante arriva fino alla fine della stagione e poi sviene dall’emozione

Folgorata dal titolo, ho letteralmente rotto le scatole al Consiglio per gli acquisti della biblioteca per far comprare questo libro e, presi dallo sfinimento, mi hanno accontentato. E… Boooom una pioggia di prenotazioni, gettonatissimo, tanto che ho dovuto fare a pugni prima che arrivasse il mio turno.

Bè che dire, un successone, le scelte di pancia non tradiscono, MAI!

Letta in una settimana, la Divina storia scivola leggera sulle pagine in un esilarante ed esplosivo mix di tradizione e modernità. Un guizzo geniale degli autori quello di riempire di attualità il viaggio di Dante, accompagnato ovviamente dall’insostituibile, imprescindibile e mitica spalla Virgilio.

Per la prima volta in, non scrivo quanti anni di studio e non, mi sono innamorata del loro rapporto, una sorta di Stanlio e Olio de’noantri, con il povero Virgy che ogni tanto perde la sua proverbiale pazienza (e ce ne vuole) davanti agli svenimenti vari (una pappa molla Dante, peggio di me!) e alla curiosità, per non definirla indiscrezione del Sommo. E giù sferzate in romanesco per scuoterlo, ma sempre con stile, perché, dopo tutto, miei cari Librincantevoli, Virgy è un vero Signore. E poi che cosa sarebbe Dante senza di lui? E’ un binomio imprescindibile come quello tra Albano e Romina, Fedez e Chiara, Frodo e Sam, i savoiardi e la crema al mascarpone (che bontà!).  E come se non bastasse, Dante si rivela una Barbara D’Urso ante litteram nel bombardare di domande il malcapitato di turno, come la povera Francesca da Rimini per esempio. Strepitosa la resa dell’immagine del Sommo a cavallo di Gerione come Sebastian su Falcor con Neverending story (ADORO) in sottofondo, o le anime che dal Purgatorio ascendono al Paradiso al ritmo della stranota Knocking on the Heaven’s door. E che dire della bellezza sublimata della Bea per antonomasia, amplificata dalla luce del Paradiso come quella delle illuminazioni di ben noti studi televisivi… Io sono morta dal ridere, in particolare quando il divin poeta incontra Farinata degli Uberti che lo apostrofa quasi come farebbero, non me ne vogliano perché sono delle Istituzioni, alcune vecchiette delle mie parti che di fronte a una persona nuova domanderebbero: – A chi si figlio? A chi appartieni? Da do’ ne sì (traduco, da dove vieni)?’-.

Insomma un autentico spasso, ma rispettosamente fedele della sostanza del Divin capolavoro cui rende giustizia.

Anzi, se io insegnassi italiano, lo farei assolutamente leggere ai miei studenti, perché penso che apprezzerebbero di più l’originale e lo ricorderebbero come si deve…

Assegnerei anche un bel saggio critico sulle analogie e differenze.

Utilissime le box che accompagnano le biografie dei personaggi chiave ed evocative le illustrazioni satiriche in bianco e nero di Christian Romani.

Credo che sia una trovata stratosferica per conferire nuova linfa ai grandi classici.

Bravi, bravissimi, eccezionali, superlativi!

Assolutamente consigliato per riscoprire l’Eterno viaggio e per tirarci su in questo momento così difficile.

Perché il riso e la luce si nascondono nei luoghi più inaspettati.

Perché ridere è un balsamo per l’anima.

Perché le persone più serie sono quelle che ridono SEMPRE.

E per dirla con Vasco, dopo Settecento anni Dante è ancora qua, eh giiià, eeehhh già.

E allora, buona Divina Avventura rivista e corretta a tutti, miei amati Librincantevoli!

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