Nei luoghi e il tempo in cui hai trovato ali, sogni e cuore

Cari Librincantevoli questo verso della canzone ‘Ti è mai successo’dei mitici Negramaro calza a pennello con il posticino di cui voglio parlarvi.

Il lago di Posta Fibreno, o per noi del luogo, della Posta.

Di origine sorgiva, incastonato tra le colline della Valle di Comino e a un tiro di schioppo dal versante laziale del Parco Nazionale d’Abruzzo con i Monti Marsicani che da bravi guardiani lo sorvegliano dall’alto, dista un’ora e mezzo da Roma e solamente dieci minuti da Casalvieri (Fr), il mio paesello.

Va da sé, quindi, che spulciando tra le mie foto da piccola, ce ne sono tantissime scattate al laghetto, come mi piace chiamarlo.

Sì l’Amore tra me e Posta Fibreno è cominciato quando avevo poco più di due anni, tantissimo tempo fa.

E’ un luogo che risuona di ricordi, di gioia, di risate, d’incontri, di scambi – presso alcune sponde di domenica si tiene il mercato contadino e di autoproduzione- e di festa.

E’ il luogo che ha raccolto i sogni della me bambina, della me adolescente e della me adulta e dovunque andrò lo porterò sempre nel cuore (quanto mi è mancato nei tre mesi di lockdown totale, specie stando rinchiusi in appartamento!).

Quando vivevo al paesello e avevo qualche pensiero, mi bastava rifugiarmi lì, a leggere ovviamente o semplicemente ad ascoltare i sussurri dei salici e tutto andava bene.

Sì perché lì io sono altro, sono altrove.

Adesso è il luogo del ritorno, del ritrovarsi.

E’ un luogo che sprigiona un fascino particolare, che rapisce chiunque lo guardi con occhi innocenti, per la prima volta.

Si comincia dall’antico mulino, con il sentiero che porta alla maestosa cascata per poi arrivare al lago vero e proprio.

E lui si presenta così, con un’originale forma a zigzag e soprattutto con lei: la Rota, l’isola galleggiante, formata da torba e arbusti, a fare da padrona.

Il buffo è che non la troverete mai nella stessa posizione.

No Signori miei, a lei piace cambiare assecondando la danza del vento e delle correnti.

Si può osservarla sia costeggiando le sponde, o attraversando una parte del lago su una passerella in legno – la vera chicca della riserva – oppure con una bella gita in pedalò o in canoa.

Per i più audaci – non certo io – c’è la possibilità di fare immersioni – specie nel fine settimana – tra i fondali smeraldini e conoscere il signor Luccio, la signora Carpa, la signorina Trota e le simpatiche nutrie, un mix tra lontra e castoro de’noantri.

I più piccini possono dar da mangiare ai germani reali, agli aironi cenerini e alle gallinelle d’acqua oltre che divertirsi con i diversi giochi di alcuni locali sul lago.

Gli sportivi, come mio marito che ama la Posta almeno quanto me, possono correre per i sentieri, fare trekking o escursioni in bici.

Chi desidera semplicemente rilassarsi può passeggiare o sorseggiare un drink lungolago.

Insomma ce n’è per tutti i gusti.

 Ed io vi aspetto lì, con i piedi fermi a terra e l’anima leggera andare, nel luogo e nel tempo in cui ho trovato ali, sogni e cuore.

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