Il viola è nato un giorno di primavera in un campo di lavanda. Deve aver cercato a lungo un luogo come questo dove i filari vanno dritti verso l’orizzonte come se fossero invitati a un ballo con l’infinito. Fabrizio Caramagna
Metti una domenica in cui non sai cosa fare. Metti che hai una voglia matta di andare in giro a scoprire posti nuovi e a respirare aria pura.
Metti uno stato di whatsapp galeotto, un passaparola e il gioco è fatto!
E’ proprio così che io e mio marito abbiamo scovato – ci siamo anche persi – nei pressi di Cassino (Fr) il campo di lavanda della foto.
Due distese di spighe blu e lilla che profumano d’incanto, di magia, di terra e di ricordi.
Sì quelli legati alla mia nonnina che non c’è più e che riempiva gli armadi con gli odorosi sacchettini di questi fiorellini allegri; o l’acqua di colonia della mia mamma in una bella bottiglietta vintage dei primissimi anni ottanta; o i luoghi di Jane Austin nell’Inghilterra dei miei diciotto anni (grande viaggio, ma questa è un’altra storia).
Un revival dei sensi che riempie l’orizzonte e mette di buon umore.
E via a tuffarci in quel mare in cui fare bracciate di meraviglia, come afferma Fabrizio Caramagna.
Con l’abbazia di Montecassino che maestosa sovrasta e sorveglia dall’alto quel sovrumano silenzio e quella profondissima quiete.
Eh sì io adoro i campi in fiore e cerco sempre di scoprirne di nuovi mozzafiato dove immergermi, tornare bambina, scattare foto, correre a perdifiato, perdermi e ritrovarmi!
Quanto vorrei svegliarmi ogni mattina, spalancare la finestra e riempire gli occhi di prati in fiore!
Già perché, come scriveva Trilussa, la felicità è una piccola cosa, anche a pochi passi da casa.
Perché a volte basta guardarsi intorno per trovare il Bello e vivere esperienze particolari.
Grazie Cinzia per averci regalato un pomeriggio di ‘arte viva’ e di poesia.
Grazie Giorgio, grazie Signor Michele, incontro inaspettato, piacevole scoperta, scambio di anime e scatti.
